martedì, giugno 10, 2008

IL MITO DEL GAVIA

Da qualche anno a questa parte, ogni volta che la corsa rosa transita sulla strada che porta al P.sso Gavia, per me è un appuntamento irrinunciabile. Quest' anno la carovana si è arrampicata lungo i suoi tornanti, il 31 maggio scorso, durante la tappa Rovetta - Tirano, prima di affrontare in sequenza Mortirolo ed Aprica. Il Passo di Gavia è una delle montagne "mito" del ciclismo, posto a 2650 metri sul livello del mare, è uno dei valichi alpini più alti d'Europa, secondo in Italia solo allo Stelvio. Montagna vera, insidiosa, che incute sempre timore ed esige rispetto. Saranno i suoi 17 km di lunghezza, le rampe cattive al 16%, la sede stradale in molti punti veramente stretta, la galleria posta a 3 km dalla cima, completamente buia, capace addirittura di disorientarti. L'altitudine severa, in prossimità dei 2000 metri slm, l'aria è povera d'ossigeno, e se vai fuori giri non vai più avanti neanche a spinta. Forse il ricordo della tempesta di neve al giro del 1988, episodio che ha contribuito a far entrare il Gavia nella leggenda, quando ancora buona parte della strada era sterrata. Adesso l'asfalto è ottimo, rifatto per l'occasione, i corridori hanno tovato il manto stradale liscio come il tappeto di un biliardo. Il passaggio dei "girini" in montagna è sempre uno spettacolo, anche se le condizioni atmosferiche non erano l'ideale per godersi lo show. Dimenticavo, non fidatevi mai del tempo, a Ponte di Legno, dove comincia la salita, potrebbe esserci il sole, qualche km più avanti potreste trovare di tutto, in qualsiasi stagione. Conquistare il Gavia è mitico anche per questo...
Nella foto: Julio Alberto Perez Cuapio, in fuga lungo i tornanti della strada che porta al P.sso Gavia

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